martedì 13 dicembre 2011

Qualcuno è passato in corridoio, chiamo Ania per capire se è lei.

Arrivo in cucina e Nene si sta facendo il tè, si è appena svegliata.

- Volevo vedere se era Ania così andavamo a fumare assieme
- Ania è in soggiorno, chiamala
- L'ho chiamata, non risponde. Non fumo e mangio una carota
- Vuoi un po' di tè?
- No grazie, forse voglio andare a correre, a dopo. Lo so, non c'entra.

La carota è dolciastra e anche amara, la mastico velocemente qui davanti al computer.

Oggi Tina mi ha detto che lui lo dovrei proprio vedere quando è preso: diventa uno zerbino, muove mari e monti, ostinato.
Già.
Mi rattrista sapere che non muoverebbe mai mari e monti per me.
Come mi rattrista pensare che quando troverà qualcuna per muovere tutte quelle cose lì, non ci sarà più insieme a noi, avrà di meglio da fare.
Non so se sia presto o tardi per pensarci, a me importa solo che capisca: non me ne vado, io resto.
Chissà se la sua solitudine durerà abbastanza da permettermi di ottenere un po' di fiducia.

A volte è faticoso, avere cura della fiducia altrui ma è anche la sola cosa che mi viene bene senza sforzo e collezionarla è lieve e naturale come guardare un insetto volare lontano.

Meno che con lui.
Lui ha tutto quello che di adorabile possono avere le persone: intelligente, brillante, divertente, bello davvero.
Che di solito sono elementi di valore aggiunto.
Insomma, che si vanno a sommare ad una struttura preesistente, sul potersi definire di base un essere umano.
Ecco, lui non ce l'ha questa struttura.

Lui non si affeziona, non solidarizza, non ti cerca, non gli cambia nulla che tu esista o meno.
Non credo che ricordi ancora la mia esistenza quando esco dal suo campo visivo, come i bambini sotto i due anni.

Per questo non è che ci si può proprio innamorare.
Ci passi un po' di tempo quando è in buona, contenta di vederlo felice, ammucchi i momenti divertenti di qualche serata insieme e ti trovi il giorno dopo a non sentirti ancora abbastanza in confidenza per mandargli un messaggio del tutto innocuo.

Gente strana, per questo mi piace.

Il tempo è scorso e mi va una sigaretta, sono in tempo per guardarmi un po' di cielo colorato prima che scurisca del tutto.

Nella stanza di fianco alla mia Nene ripete, seduta sul suo culo perfetto, diligente e bionda con una grazia tutta del nord.
Ania non so dove sia, avrei fumato volentieri con lei ma non mi va di disturbarla mentre studia o pensa ai fatti suoi dietro alla tenda di capelli lisci e scuri, gli occhi grandi e il sorriso largo.

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